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Album

   
 

Enrico Carrino - lowlife (2015/autop.)
- Recensione -

Recensione
Amepantin & AV-K - pantin (2012/autop.)
Ame - the king of tramps (2010/autop.)
Ame - goodbye (2007/autop.)
Ame - burned flowers (2006/autop.)
 

 

 

Chri di Upside Down

Si definisce con l’incedere degli istanti la chitarra acustica che darà forma a questo mini album. Dei rumori deboli, lontani circondano l’introduttiva “A Quiet Mountain’s Meadow (In My Mind)” e le dita di Amè pizzicano corde sussurrata; il primo ricordo sono gli Engel Der Vernichtung, una formazione romana, forse ai più sconosciuta, che tra fine ottanta e inizio novanta diedero vita a due capolavori della wave orchestrale. La voce del musicista campano fa del secondo pezzo “Trapped” una ballata decadente dove folk sgraziato e minimalismo ambient diventano uno. Il territorio è di confine tra attimi intimi ed altri più sanguigni tra chitarre acustiche appena sfiorate ed elettriche disperatamente ritmate da una voce trafugata a Jeff Buckley. Si parla di folk e di sperimentazione con la materia acustica e Ame sembra comporre i pezzi del suo puzzle al meglio, prospettandosi un futuro più che folgorante se dovesse continuare in questa sua ricerca stilistica. Rumori sparsi che scaldano l’ambiente, chitarre lontane che ammorbidiscono la materia sonora e moltiplicano le immagini della mente, strumenti che passano da violini a glokenspiel a illuminare timidamente gli angoli bui, e strato su strato nell’ultima ” “ si toccano oscurità dell’anima che potrebbero prendere posto su di un disco di casa HAU RUK. 30 minuti per entrare nei meandri di una persona ed uscirne sconvolti.

 

Beautiful Freaks numero 23 Estate 2006

Il Progetto solita ame nasce come reazione alla fine dell’esperienza con alcune band da parte di Enrico Carrino.
il folk sperimentale e minimalista che pervade le sei tracce di questo cd propone un autore che sviscera la sua passione per nick drake, per i radiohead più obliqui e per delle escursioni vocali che posso anche ricordare gli afterohours più intimi.

Anche se di non facile e immediato impatto il disco guadagna spessore dopo alcuni ascolti e prepara un fertile terreno di attesa per le prove future del salernitano Enrico.

 

Estratto dal live Report di Onda Rock -- RIVULETS @ La Volpe è L'Uva

"....il (poco) pubblico interessato resta sufficientemente soddisfatto e sufficientemente in tiro per accogliere la seconda guest della serata, gli Amè.
Qui si viaggia dalle parti di Calexico, Black Heart Procession se non Castanets. Sì, avete indovinato, quei suoni che evocano paesaggi desertici, tra fantasmi di città disabitate, visioni rabdomantiche, scricchiolanti ma melodiose

 

Artists & Band di Salvatore Siragusa

Enrico Carrino nasce nel 1981 a Eboli.
All'età di 10 anni cresce l'amore per la musica e sopratutto, per la chitarra.
Le prime esperienze iniziano nel 1999 con un gruppo Rock Alternativ i No Exit da qui iniziano varie esperienze live fino ad arrivare a svariati concorsi Nazionali come Arezzo Wave, Rock Targato italia ed altri.

Dopo qualche anno si scioglie il gruppo No Exit e per Enrico iniziano svariate esperienze musicali con vari gruppi, ma nulla di stabile.
Nel 2005, nasce il "progetto" solista Amê, Progetto Folk Sperimentale che lo vede impegnato per la prima volta come voce.

Progetto che si è concretizzato con questo EP intitolato "Burned Flower"; le 6 tracce che compongono il lavoro sono caratterizzate da una proposta musicale molto introspettiva e triste, resa consapevole da una voce calda, angosciata e molto partecipativa, accompagnata spesso solo dalla chitarra, suonata con grande abilità, a dare un tocco molto emotivo e molto intenso.
Interessante l'uso del violino a ricordare in alcuni momenti, sia per impostazione che per l'accostamento alla voce, alcuni passaggi dei Van der Graaf Generator, asoltare quella che è la canzone più "dura" del lotto, "In God we Trust", laddove la sensazione intimistica e triste lascia spazio a sentimenti più angoscianti e scpnvolti.

Decisamente una proposta non usuale e un pò fuori da facili percorsi a denotare ottime qualità artistiche e l'intenzione di trasmettere il proprio messaggio e la propria visione artistica senza tanto curarsi delle apparenze e delle "richieste del mercato", i complimenti ad Enrico per questa scelta coraggiosa.

 

Antonio Ciarletta  Onda rock

 

Davvero bravi questi Amè, in realtà one man band dietro cui si cela il battipagliese Enrico Carrino, a cui va interamente accreditata la composizione di musiche e testi.
Davvero bravo nell’indovinare una quanto mai compiuta mediazione tra attitudine cantautorale e volontà di sciorinare lunghi strumentali in odor di deserto. Avrete sicuramente intuito che siamo in presenza di un degno figlioccio dell’altra America, quella che offre di visioni spettrali e approdi insicuri, quella che ha partorito gente del calibro di Black Heart Procession, Built To Spill, Will Oldham, artisti la cui influenza è di certo riscontrabili nella musica di Amè. E per essere più presisi potrebbe materializzarsi una sorta di Castanets meets Cul De Sac, con tanto di fingerpicking ipnotico alla Jack Rose. Ascoltare“The Oldman” per credere.

Nomi importanti che il nostro non sembra intimorito dal riconoscere come referenti, anche perché siamo lontani da un mera sintesi calligrafica a cui troppi gruppi, anche italiani ci hanno abituato. Cartina tornasole è la bellissima “August”, in cui il lento dipanarsi di un’ipnotica melodia elettrica è ben supportata da un canto da cui traspare una passionalità tutta mediterranea.
Ed è chiaro che al di là della produzione (praticamente assente), vi sia un netto approccio lo-fi , esemplificato dalla seconda traccia “Trapped”, triste, diretta, con percussioni pestone che pare possano da un momento all’altro trapanare le casse.

Sei tracce per iniziare e nessuna meno che buona per un talento che deve sicuramente crescere, ma che ha già un’idea ben precisa di suono, se non d’immaginario, verso cui indirizzare i propri sforzi.
In bocca al lupo, sperando che qualche lungimirante etichetta abbia il coraggio di investire in qualche giovane talento nostrano.


















enrico carrino @ 2016